lunedì 2 marzo 2015

l'inquinamento idrico

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http://www.liceoberchet.it/ricerche/geo4d_09/gruppo_a/Immagini/inq_ambiente.jpgUn' acqua si dice inquinata quando la sua qualità è compromessa dall'immissione di sostanze quali prodotti chimici e scarichi industriali e urbani, fino al punto di renderla inadatta agli abituali usi (potabile, agricolo, industriale). Ogni acqua a seconda delle proprio condizioni di temperatura, possiede una percentuale di ossigeno e, grazie anche alla presenza di flora batterica ha la capacità di assimilare una certa quantità di sostanze scaricate, generalmente di natura organica, trasformandole in sostanze minerali semplici attraverso il processo di biodegradazione. Questo processo tenta di alterarsi a causa dell'esubero di sostanze o di attività industriali, artigianali o agricole.
L’inquinamento delle acque viene definito come l’effetto dell’immissione nei copi idrici di sostanze o di energie tali da compromettere la salute umana, da nuocere alle risorse viventi e, più in generale, al sistema ecologico idrico e da costituire un ostacolo a qualsiasi legittimo uso delle acque. Esso può derivare da cause naturali ma, soprattutto, dall’attività dell’uomo. L’inquinamento naturale ha luogo quando l’acqua piovana viene a contatto con sostanze del mondo minerale e biologico, mentre quello dovuto all’attività dell’uomo deriva dalla massiccia antropizzazione e industrializzazione. Tra questi rientrano gli scarichi di fognature civili
non depurati, lo scarico nell’ambiente idrico dei residui delle materie prime e dei prodotti intermedi e finali dell’industria. La grande industria inoltre determina anche un inquinamento di tipo termico che va ad alterare gli equilibri chimici e biochimici dei corpi idrici e produce la diminuzione dell’ossigeno disciolto, direttamente diminuendone la solubilità, o indirettamente causando un aumentato metabolismo della flora acquatica. Un altro grave problema sono le piogge acide, frutto della ricaduta dall’atmosfera di particelle, gas e precipitazioni acide. Le conseguenze sono numerose e vanno tutte a gravare direttamente o indirettamente sugli organismi acquatici: tossicità delle acque, scomparsa dei vegetali, alterazione della catena alimentare. I danni si riscontrano inoltre anche nella salute umana. Infatti è facile ingerire alimenti provenienti da acque acide e contaminate, come i pesci o molluschi.
Le acque di scarico urbano ed industriale rappresentano una delle fonti principali di inquinamento idrico. Altre sostanze che influiscono sull'inquinamento delle acque sono i fertilizzanti e tutte le sostanze che favoriscono una crescita eccessiva di alghe e piante acquatiche, i pesticidi, svariate sostanze chimiche, il petrolio e i suoi derivati. Altrettanto inquinanti posso essere i batteri , poiché tendono ad alterare lo stato dell'acqua consentendo diverse malattie. Spesso anche il petrolio è causa non solo dell'inquinamento idrico, ma anche della morte di numerosi animali.
EFFETTI DELL' INQUINAMENTO IDRICO
Le sostanze contaminanti contenute nell'acqua inquinata possono provocare innumerevoli danni alla salute dell'uomo e all'equilibrio degli ecosistemi. I principali inquinanti contenuti nelle acque reflue sono i componenti dell' azoto, il fosforo, i metalli, i batteri e i virus. Il fosforo e i composti d'azoto sono molto pericolosi soprattutto per i laghi; in quanto se presenti in abbondanza causano il fenomeno dell' eutrofizzazione, originato anche dall'eccessivo apporto di fertilizzanti, dilavati dai terreni agricoli. Attraverso il processo di eutrofizzazione si vieni a determinare una crescita smoderata della flora acquatica. La presenza di metalli nella acque reflue è dovuta soprattutto alle attività industriali. I metalli presenti nei corpi idrici possono essere ingeriti dai pesci e di conseguenza entrare nella catena alimentare contaminando anche l'uomo. I metalli sono sostanze tossiche che possono causare malattie molto gravi ( esempio tumori).
SOLUZIONI
Con l’obbiettivo di ridurre o limitare l’inquinamento delle acque, sono state stabilite premesse per un cambiamento radicale e sostenibile nell’uso delle risorse idriche, affermando che l’uso delle stesse deve essere compatibile con l’ambiente e devi rispondere alle necessità delle
generazioni future. Tra queste rientrano la realizzazione e l’adeguamento delle reti fognarie e degli impianti di trattamento delle acque superflue urbane, anche degli agglomerati di minori dimensioni E’in corso anche una nuova proposta: quella del riciclaggio delle acque depurate. Infatti in Italia le esperienze in questo campo sono assai scarse e minori di quelle egli altri paesi, anche se vi è una tendenza positiva che vedrà aumentare in questi anni i progetti. L’obbiettivo è quello di limitare il prelievo delle acque superficiali e sotterranee, ridurre l’impatto degli scarichi sui corpi idrici recettori e favorire il risparmio idrico mediante l’utilizzo delle acque reflue. La normativa prevede che queste acque possano essere utilizzate per scopi irrigui, civili e industriali e considera il riutilizzo delle acque reflue uno degli strumenti con cui attuare una razionale e sostenibile gestione delle risorse idriche.
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Ruscello nei pressi di Ancona altamente inquinato a causa dello scarico di industria.
COME SI RILEVA L'INQUINAMENTO DELL'ACQUA?
L'inquinamento dell'acqua viene rilevato in laboratori, in cui piccoli campioni di acqua sono analizzati per differenti agenti inquinanti. Allo stesso scopo si possono anche usare organismi viventi, come alcuni pesci. cambiamenti nel loro comportamento o crescita furori da dovuto ci mostrano che l'acqua in cui vivono è inquinata. Proprietà specifiche di questi organismi possono fornire informazioni sul tipo di inquinamento del loro ambiente naturale. Laboratori usano anche modelli di calcolo per determinare quali pericoli ci possono essere in determinate acque: si importano i dati posseduti sull'acqua nel calcolatore ed esso determina se l'acqua ha qualche tipo di impurità.
QUANDO LE ACQUE SONO POTABILI?
Un'acqua è potabile quando è limpida, incolore, inodore, di sapore gradevole a temperatura compresa tra 7 e 15°C ; inoltre deve rispondere a determinati requisiti all'analisi chimica e batteriologica. In particolare non devono essere presenti in quantità superiori a certi limiti sostanze che possano far sospettare un inquinamento da prodotti di rifiuto animali o di tipo industriale e devono essere assenti residui di pesticidi.
Le acque impiegate a scopo potabile sono generalmente sia quelle del sottosuolo, che risultano molto spesso (in particolare se di falda profonda) già potabili, e quindi possono essere direttamente immesse nella rete idrica di distribuzione (ACQUEDOTTO), sia quelle superficiali di fiumi, laghi e bacini artificiali. In questi ultimi casi sono di norma necessari trattamenti di depurazione.

ANALISI DELLE ACQUE
Le caratteristiche fisiche prese in considerazione sono temperatura, colore, odore e sapore.
Le caratteristiche chimiche di base prese invece in esame sono: Ph che per le acque naturali è generalmente tra 4 e 8,5 ; acidità (dovuta solitamente all'anidride carbonica disciolta e in qualche caso ad acidi organici ed inorganici) ed alcalinità. Fondamentale è anche la determinazione della quantità di ossigeno; il quale dovrebbe essere elevato per un'acqua non inquinata.
Infine esami soventi sono quelli batteriologici, tra i quali il più comune è l'individuazione del numero di germi.
Cause dell'inquinamento idrico
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Inquinamento delle acque in seguito ad un disastro petrolifero.
Il tipo di alterazione dei sistemi idrici può essere di natura chimica, fisica o microbiologica e le conseguenze possono compromettere la salute della flora e della fauna coinvolta, fino agli uomini, nuocendo al sistema ecologico e alle riserve idriche per uso alimentare. Ci sono due vie principali tramite le quali gli inquinanti raggiungono l'acqua, per via diretta e per via indiretta. L'inquinamento per via diretta avviene quando vengono riversate direttamente, nei corsi d'acqua, sostanze inquinanti senza alcun trattamento di depurazione. La via indiretta, invece, avviene quando le sostanze inquinanti arrivano nei corsi d'acqua tramite aria e suolo (esempio per dilavamento del terreno in cui sono contenute sostanze nocive).
1.   Inquinamento industriale: quotidianamente vengono scaricate sostanze inquinanti in quantità elevate da parte delle industrie, provocando danni all'intero ecosistema acquatico. Si evidenziano tra le maggiori responsabili dell'inquinamento idrico le industrie chimiche, che producono: acido nitrico, soda, acido fosforico, ammoniaca, acido solforico, acido cloridrico ecc. Inoltre, industrie quali cartiere, segherie e caseifici, liberano residui in grado di favorire l’accrescimento di muffe e batteri. Queste sono industrie che, insieme, causano la morte dei molti organismi viventi che ricevono questi scarichi e le acque calde utilizzate per i cicli produttivi.
2.   Inquinamento urbano: fa riferimento alle acque che derivano dagli scarichi di abitazioni, uffici e altre strutture che se non vengono sottoposte a trattamenti di depurazione andranno ad incidere nell'inquinamento idrico. È stato principalmente l’aumento della popolazione a rendere il problema dei rifiuti e degli scarichi di fogna un problema alquanto enorme, in quanto sovente vengono inseriti nelle acque per via diretta, senza alcun trattamento di depurazione. Fu la storica Rivoluzione Industriale a determinare l’inizio di un processo di dimensioni mirabili e che non trova un termine: l’urbanizzazione, forse, è la causa principale dell’aumento eccessivo di ogni tipo di inquinamento. A tutt’oggi, infatti, nelle grandi Megalopoli formatesi in seguito a questo processo, non esiste ancora un adeguato sistema di smaltimento dei rifiuti e si genera, così, un ammasso di rifiuti vari (metalli, plastiche, carte e sostanze organiche) non smaltibili e contaminatori delle falde acquifere.
3.   Inquinamento agricolo: deriva dall'utilizzo di fertilizzanti e pesticidi in quantità notevoli, e inoltre dallo spandimento di liquami provenienti dagli allevamenti. Queste sostanze possono arrivare alle falde acquifere sotterranee e ai fiumi per dilavamento dei terreni.
4.   Inquinamento naturale: è una fonte di inquinamento quasi irrilevante. Provocata da eventi atmosferici e stagionali, alluvioni e frane.
5.   Inquinamento da idrocarburi:è causato soprattutto dal petrolio che fuoriesce dalle petroliere, danneggiate o naufragate, o che è presente negli scarichi delle acque usate per lavare le cisterne petrolifere.
6.   Inquinamento termico:è un tipo di inquinamento che va diffondendosi sempre più. Ne è causa l’eccessivo impiego dell’acqua per raffreddare gli impianti delle industrie, in particolar modo nelle centrali termoelettriche. Quindi, vengono rilasciate nell’ambiente enormi quantità di acqua a temperatura differente da quella in cui viene immessa e ciò provoca alterazioni delle condizioni fisiche dell’acqua con moria degli organismi viventi presenti, giungendo così al fenomeno dell’eutrofizzazione.
7.   Altri inquinanti idrici sono le acque di scarico contenenti materiali organici che per decomporsi assorbono grandi quantità di ossigeno; parassiti e batteri; i fertilizzanti e tutte le sostanze che favoriscono una crescita eccessiva di alghe e piante acquatiche; i pesticidi e svariate sostanze chimiche organiche; il petrolio e i suoi derivati; metalli, sali minerali e composti chimici inorganici; sabbie e detriti; sostanze o scorie radioattive provenienti dalle miniere di uranio e torio e dagli impianti di trasformazione di questi metalli; dalle centrali nucleari, dalle industrie e dai laboratori medici e di ricerca che fanno uso di materiali radioattivi.
Classificazione degli agenti inquinanti per le acque
L'acqua usata in campo domestico, industrialeagricolo o zootecnico spesso contiene sostanze che alterano l'ecosistema, per cui non possono essere scaricate direttamente nei corsi d'acqua, in quanto contribuirebbero ad inquinare le acque superficiali (se non telluriche) ed il suolo.
Gli agenti inquinanti delle acque più comuni sono:
·         Inquinanti fecali: derivano dagli escrementi animali e dai residui alimentari. In condizioni aerobiche consumano O2 per formare CO2, NO3-, PO34-, SO2, mentre in condizioni anaerobiche formano CH4, NH3, H2S, PH3. Nel caso ci sia un forte inquinamento di tipo fecale, si può avere la presenza nell'acqua di microrganismi patogeni (tifo, colera, epatite virale,salmonellosi ecc.).
·         Sostanze inorganiche tossiche: sono costituite dagli ioni dei metalli pesanti (come ad esempio Cr6+, Hg2+, Cd2+, Cu2+, CN-) che possono bloccare l'azione catalitica degli enzimi dell'organismo determinando avvelenamenti o la morte. Le industrie che usano questi metalli nelle loro lavorazioni, prima di scaricare le acque, devono eliminarli con i loro impianti di depurazione.
·         Sostanze inorganiche nocive: sono costituite dai fosfati ed i polifosfati presenti nei fertilizzanti, detersivi, composti fosforati ed azotati ed in alcuni scarichi industriali. Queste provocano l'eutrofizzazione, ovvero un enorme sviluppo della flora acquatica che in gran parte muore depositandosi sul fondo decomponendosi e perciò consumando notevoli quantità di ossigeno. Quando nella massa d'acqua si determina un deficit di ossigeno, si iniziano a liberare i prodotti della decomposizione anaerobica con conseguente morte della fauna per asfissia. Il corso d'acqua così si intorbidisce limitando la penetrazione della luce in profondità peggiorando ulteriormente la situazione.
·         Sostanze organiche non naturali: come ad esempio i diserbanti, gli antiparassitari, gli insetticidi, portano vantaggi all'agricoltura ma possono inquinare sia le acque che il suolo. Inoltre ci sono i solventi organici utilizzati dalle industrie (come ad esempio l'acetone, la trielina, il benzene, il toluene, ecc.) che devono essere eliminati prima di scaricare l'acqua nei corsi.
·         Oli liberi e emulsionanti: sono insolubili e per via della loro bassa densità, stratificano nella superficie creando dei film oleosi che impediscono all'ossigeno di solubilizzarsi nell'acqua. È un fenomeno esteso e provoca dei veri e propri disastri ecologici nei cui confronti è molto difficile intervenire.
·         Solidi sospesi: sono sostanze di varia natura che rendono torbida l'acqua ed intercettano la luce solare. Inoltre, una volta depositati sul fondo, impediscono lo sviluppo della vegetazione.
·         Calore, acidi e basi forti: dovuti per lo più agli scarichi industriali, possono diminuire la solubilità di O2 ed alterare temperatura e pH dell'ambiente provocando alterazioni patologiche o la scomparsa di alcune specie viventi oppure ancora lo sviluppo di altre normalmente assenti.
L'acqua, in condizioni normali, è in grado di autodepurarsi grazie ad una certa quantità di ossigeno disciolto (la solubilità di O2 in acqua è di 9 ppm a 20 °C con pressione pari ad 1 atm) che trasforma le sostanze, grazie alla decomposizione aerobica (ossidazione), in composti non inquinanti (come l'anidride carbonica, i nitrati, i fosfati, i solfati). Se l'ossigeno disciolto in acqua non è sufficiente per ossidare tutte le sostanze inquinanti presenti, si formano prodotti come il metano, l'ammoniaca, la fosfina-PH3-, acido solfidrico che fanno scomparire ogni forma di vita nell'acqua.
Quindi, se avviene che nell’acqua siano inserite grandi quantità di sostanze organiche, ci sarà una demolizione e una scomposizione di queste in sostanze più semplici da parte dei batteri aerobi grazie all’uso di una parte di ossigeno disciolto; qualora vengano immesse quantità eccessivamente grandi di sostanze inquinanti, sia l’ossigeno disciolto che quello dell’atmosfera vengono consumati dai batteri aerobi e si va a creare una famiglia di batteri anaerobi i quali trasformano le sostanze organiche in sostanze nocive, devastanti per la comunità acquatica animale e vegetale, senza alcun bisogno di ossigeno.
È dunque indispensabile per la vita degli organismi un’adatta presenza di ossigeno disciolto.
Conseguenze dell'inquinamento idrico
Un grande pericolo per la salute dell’uomo è costituito dalle fogne, che rilasciano acque inquinate da virus e batteri, causando malattie come epatite viralesalmonellosi e tifo. Inoltre, è molto preoccupante il fatto che scarichino in acqua detersivi non biodegradabili o contenenti fosfati. Questi detergenti, che assai sovente si vedono ricoprire di uno spesso strato schiumoso intere superfici d’acqua, per la loro complessa struttura chimica a catene ramificate difficilmente vengono aggrediti e degradati dai batteri in composti più semplici o meno nocivi; tali sostanze pertanto alterano fortemente le caratteristiche fisiche dell’acqua, modificandone la tensione superficiale e provocando la scomparsa, tra l’altro, della flora acquatica, del plancton e, con essi, dei componenti di tutta la piramide trofica. Conseguenza gravissima, oltre all’estendersi di larghi strati superficiali di materie in decomposizione, con relativi miasmi e colorazioni varie, è la diffusione in acque sia dolci sia marine di batteri e virus (del tifo, della dissenteria, del colera, dell’epatite virale, ecc) e l’assorbimento di questi microrganismi patogeni da parte di molluschi destinati all’alimentazione (quali mitili, ostriche e altri lamellibranchi eduli) e allevati in prossimità di sbocchi di scarichi con conseguente pericolo di gravi epidemie.
Le industrie scaricano acque altamente e pericolosamente ricche di agenti chimici, metalli pesanti e veleni. Spesso contengono:
·         Mercurio, il quale rientra nella catena alimentare dell’uomo attraverso il pesce e può arrecare danni notevoli al sistema nervoso, fino a condurre anche alla morte;
·         Cromo, causa di anemia anche in bassissime concentrazioni, spesso rilasciato nelle acque sotterranee inquinandole;
·         Piombo, provocatore del saturnismo, grave patologia che causa problemi ai reni e al fegato e può produrre crisi nervose.
Un pericolo non poco rilevante è costituito dal petrolio che finisce nelle acque a seguito di incidenti, quali avarie o naufragi, o a seguito dei lavaggi illegali delle petroliere che non avvengono nei bacini predisposti dalla legge, ma nel mare aperto. Si va a costituire una vera e propria barriera impermeabile di strati di petrolio e altri idrocarburi sulla superficie dell’acqua, che non permette lo scioglimento dell’ossigeno atmosferico nell’acqua, causando una moria degli organismi viventi sommersi, per asfissia. Dei danni di tali sostanze ne risentono anche le spiagge, la vegetazione costiera ma soprattutto la fauna acquatica di superficie: basti pensare a molti uccelli marini, i quali ricolmi di queste patine oleose vanno incontro alla morte per avvelenamento o per mancante termoregolazione corporea.
Prevenzione
Ciò che viene richiesto non è di sopprimere totalmente l’inquinamento, cosa impossibile per la società industriale, si richiede solamente di ridurlo, di controllarlo e, principalmente, di prevenirlo.
Affinché vengano evitati molti dei danni derivanti dall’inquinamento, sarebbe necessario in primo luogo conoscere a fondo il modo in cui gli inquinanti interagiscono, in cui vengono diffusi e dispersi, occorrerebbe valutare tutto ciò che può causare l’uso di nuovi prodotti o lo smaltimento di ogni tipo di rifiuto, bisognerebbe trovare la giusta ubicazione per i centri urbani e le aree industriali, strutturandole e dimensionandole in modo da non deteriorare la stabilità naturale.
Sarà, quindi, necessario essere forniti di una fitta rete di controllo per poter rilevare ottimamente tutti i molteplici parametri che riguardano l’inquinamento, di un’organizzazione di livello internazionale che sostenga la lotta contro gli svariati inquinanti attraverso la diffusione di metodi efficienti per il loro annientamento e che riesca a fornire ai Paesi più poveri degli aiuti economici e dei consulenti; infine occorrerà inserire nei programmi scolastici la complessità dei rapporti tra uomo e ambiente, in quanto è indispensabile ricevere la giusta educazione su questo delicato argomento sin da fanciulli.
Per ora un idoneo rimedio all’inquinamento sembra essere il miglioramento di ogni tecnica di depurazione e trattamento dei reflui, tanto più perfetta quanto più consente di riutilizzare i rifiuti stessi.
Ad esempio, potrebbe essere ridotto l’inquinamento del mare causato dal rilascio di idrocarburi attraverso l’inserimento di attrezzature appropriate che permettano di recuperare l’acqua utilizzata per il lavaggio delle cisterne e che consentano altresì l’uso come combustibile del restante idrocarburo; oppure si potrebbe ricorrere a petroliere aventi serbatoi adatti al contenimento e alla depurazione dell’acqua di lavaggio.
Sarebbe necessario evitare lo scarico di contenitori metallici di scorie radioattive negli abissi oceanici vista la superficiale e sintetica conoscenza della dinamica oceanica.
Un ulteriore inquinamento pericolosissimo che non può essere eliminato ma almeno contenuto è l’inquinamento termico, micidiale conseguenza dello sviluppo industriale. Molto preoccupante è l’inquinamento delle acque dovuto al progresso delle centrali termoelettriche. Per evitare di mettere a rischio molte delle specie acquatiche esistenti, occorrerebbe fornire questi impianti di adatti bacini o torri di raffreddamento in grado di abbassare la temperatura dell’acqua e di renderla idonea per l’ambiente acquatico prima di reinserirla nei corsi d’acqua.
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Per approfondire, vedi Trattamento delle acque reflue.
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Vista aerea di un impianto di depurazione delle acque.
Normativa
L'inquinamento delle acque è stato oggetto di numerose normative evolutesi negli anni, specialmente grazie alle direttive dell'Unione europea.
Una normativa fondamentale fu quella del T.U. (testo unico) del 1934 che attribuiva poteri di vigilanza e di intervento al medico provinciale e quella del 1933 sulle acque e sugli impianti elettrici. Per le acque costiere, oltre al Codice della navigazione, importante fu la legge del 14 luglio 1965 n.963 sulla tutela delle risorse biologiche delle acque marine che vieta di danneggiare <le risorse biologiche … con l’uso … di sostanze tossiche atte a intorpidire, stordire o uccidere i pesci e gli altri organismi acquatici>.
Oggi le norme vigenti sono contenute nel Decreto Legislativo 152/06, conosciuto come Testo Unico Ambientale
Inquinamento ed economia
Non è assolutamente discutibile che prevenire l’inquinamento sia meno costoso e molto più ragionevole che cercare in seguito diversi rimedi (laddove possibile, naturalmente) ai danneggiamenti che esso produce, di cui spesso non si riesce a effettuare nemmeno una giusta valutazione economica in quanto non tutti gli effetti sono immediatamente manifesti nei loro risultati visibili con lo scorrere del tempo.
Ciò di cui si ha bisogno sono strumenti, tecniche, strutture, in grado di identificare gli inquinanti, di valutare i loro danni e di far rispettare le leggi per la tutela dell’ambiente e della salute comune.
Ma chi sono coloro i quali dovranno sostenere le spese per questa lotta contro l’inquinamento? Sono poche le industrie che, di propria spontanea volontà, sentono di sostenere questi impegnativi oneri per fornirsi di impianti efficienti di depurazione, proprio per le incompletezze legislative che riguardano l’inquinamento. È anche vero, però, che non è per niente giusto cercare la soluzione al problema attraverso un ulteriore peso che gravi sulla comunità.
La giusta soluzione sarebbe obbligare colui che inquina ad adoperare gli adatti accorgimenti, utili per evitare gli inconvenienti di cui egli stesso è responsabile. È opportuno che intervenga il potere politico, in particolar modo nella fase iniziale di impianto delle attrezzature contro l’inquinamento, attraverso il conferimento di sostegni economici, specialmente per le industrie esportatrici le quali devono anche incontrare la concorrenza internazionale.
La popolazione dovrà comunque far fronte alle spese dovute al mantenimento degli organi pubblici nominati per il controllo e la battaglia antinquinamento, ma anche le spese per la bonifica dell’ambiente e per la programmazione e la creazione di strutture, in particolar modo quelle urbane, moderne e conformate ai tempi.
Codeste attività possono essere tutte effettuabili solo se vengono coordinate e organizzate da sistemi pubblici validi e produttivi sia tecnicamente che amministrativamente.
L’idea di quanto sia drammatica la situazione è data proprio dalle previsioni sulle spese che andrebbero affrontate per provare a tenere sotto controllo l’inquinamento: si parla di una decina di miliardi di dollari all’anno solo per il programma di disinquinamento minimo per quanto riguarda la zona degli Stati Uniti; se si volesse, poi, sviluppare un programma che spinga a fondo nell’impresa, si parlerebbe di almeno 5 volte tanto.
Dunque, la scelta del modello non è unicamente accademica, ma bisogna tener non poco in considerazione l’economia, sulla quale tutto si riflette: si potrebbero sottrarre i capitali che occorrono per la lotta antinquinamento dal bilancio di altre attività, o attraverso l’aumento del peso fiscale, o grazie a ambedue i sistemi. Il peggioramento del tenore di vita o la decrescita dello sviluppo economico come contro risposta alla lotta all’inquinamento non verranno sicuramente accolte con gioia dai ceti più bassi a meno che non si riesca a convincerli dell’urgenza e della necessità di questo avvenimento: sono, infatti, veramente ingenti i danni causati dall’inquinamento e, sfortunatamente, spesso non ci se ne rende conto.


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